La mostra.
Cosa centrano i Rolling Stones e Jimi Hendrix con Andy Warhol e Roy Lichtenstein?
È questa la domanda cui vuole rispondere la mostra “Arte e Rock&Roll: dalla Biennale del 1964 a Woodstock del 1969”, organizzata dall’Assessorato alla Cultura di Peschiera del Garda in collaborazione con MV Eventi di Vicenza e curata da Matteo Vanzan ed Elisa Puddu, che sarà aperta al pubblico presso la Palazzina Storica dal 2 luglio al 17 settembre 2017.
Un viaggio emozionale tra immagini, opere d’arte, filmati e canzoni che accompagnerà il visitatore nelle grandi rivoluzioni degli anni ’60 prendendo come spunto i due eventi indimenticabili che segnarono il punto di rottura tra due epoche: la Biennale di Venezia del 1964 e il Festival di Woodstock del 1969.
Da una parta le opere di Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein, Robert Indiana, Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Mimmo Rotella, Arman, Jacques Villeglè, Christo, Piero Gilardi, Mario Ceroli e tutti i grandi protagonisti di una rivoluzione degli sguardi che spazzò via definitivamente l’Informale e la Body Art, dall’altra le indimenticabili note di “With a little help from my friends” di Joe Cocker – salito sul palco da sconosciuto e sceso da eroe – “Heaven and Hell” degli Who e “The Star-Spangled Banner” di Jimi Hendrix che descrivono la magica realizzazione di un sogno, quello di un mondo alternativo, la “Woodstock Nation” come ebbe a chiamarla Abbie Hoffman, nella quale le regole della società tradizionale erano state completamente abolite.
“Con la mostra Arte e Rock&Roll – che aprirà da domenica 2 luglio nelle sale espositive della Palazzina Storica – prosegue la collaborazione tra MV Eventi e il Comune di Peschiera del Garda», afferma l’assessore alla Cultura, Elisa Ciminelli. «Nei mesi centrali dell’estate 2017, la Palazzina Storica ospiterà le opere degli artisti protagonisti dei movimenti d’avanguardia della seconda metà del Novecento, tra i quali: Indiana, Haring, Schifano, Warhol, Rotella e molti altri. La mostra intende raccontare il percorso compiuto dall’arte e dalla musica negli anni Sessanta, con un particolare riferimento ai due episodi chiave della Biennale di Venezia del 1964 e del Festival di Woodstock del 1969. Un percorso che vuole immergere il visitatore nell’intrinseco connubio tra arte e musica che, in quegli anni, condusse a una vera e propria rivoluzione artistica e di costumi. Dopo la mostra Da De Chirico e la personale dedicata all’artista Franca Pisani, confido che anche Arte e Rock&Roll possa riscuotere il successo di pubblico delle precedenti esposizioni, offrendo ai cittadini e ai visitatori un evento artistico e culturale di altissimo livello”.
“Con Woodstock si è concluso un capitolo” afferma il curatore Matteo Vanzan “L’inesauribile trasformazione dei mitici anni sessanta, anni di scoperta, di azzardo, di sogni e nuove possibilità di un mondo ricco d’opportunità. Se da un lato la 32a Biennale di Venezia ha sdoganato un’iconografia finalmente accessibile al pubblico portando l’arte al popolo con un linguaggio comprensibile a chi di arte non ne masticava, la musica di quei tre giorni indimenticabili ha portato per la prima volta nella storia l’unione totalizzante tra musicisti e i desideri dei ragazzi sul prato. Finalmente le arti trovavano un definitivo punto d’incontro con il pubblico, senza l’intermediazione di storici dell’arte o critici musicali”.
“Un pazzo sconvolgimento di ogni cosa” racconta la curatrice Elisa Puddu “raccontato come un grande catalogo aperto al pubblico attraversole opere degli artisti protagonisti dei movimenti d’avanguardia della seconda metà del ‘900 corredate da un importante percorso critico e didattico che faccia entrare il visitatore nell’intrinseco connubio tra arte e musica che, in quegli anni, portarono ad una vera e propria rivoluzione dei costumi e dello “sguardo”.
A partire dalla metà del secolo scorso, in America e in seguito in tutta Europa, si manifestò una sorta di nuovo rinascimento della filosofia, della letteratura, dell’arte e della musica. Negli anni ’50, la cultura beat aprì la strada alla cultura hippie: eclettica, unificatrice e gioiosa, di ispirazione filosofica orientale e neoplatonica, che fiorì negli anni ’60 e si protrasse fino agli inizi degli anni ’70. Una rivoluzione che sconvolse a 360° lo sguardo e il sentire comune, affiancando la libertà gestuale alla libertà dell’uomo, dalle arti figurative fino all’emblematico caso del più grande raduno musicale della storia tutte queste discipline rappresentavano unicamente un’obiettivo sociale: la possibilità di tornare a sognare dopo l’incubo della guerra e di proclamarsi i vincitori di un mondo che parlava la lingua della pace e della libertà. Grandi band, come i grandi artisti sia statunitensi che europei, cercavano il punto di rottura con un passato dalle atmosfere pesanti e ormai superate, imponendosi agli occhi del mondo grazie a Istituzioni conclamate come la Biennale di Venezia nella storica edizione del 1964 – che vide l’imporsi della Pop Art su scala mondiale – e su un raduno di una generazione di ragazzi, dagli hippies ai contestatori del sistema, che avevano in comune la distanza culturale dalla generazione precedente, attraverso una musica che ne diventava la colonna sonora, sotto l’egida intramontabile del pacifismo. spunti di riflessione e facendo capire al pubblico e agli addetti ai lavori che nulla sarebbe più stato come prima.
La mostra sarà visitabile da domenica 2 luglio a domenica 17 settembre 2017 tutti i giorni, tranne il martedì, dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 21.00 con ingresso di 5 euro, ingresso gratuito under 14.