Eventi18

La mostra.

Dopo il grande successo di pubblico della mostra dedicata ad Andy Warhol, che ha superato i 3000 visitatori, l’Amministrazione di Lonigo, l’Assessore alla Cultura Roberto Nisticò e MV Eventi presentano, in occasione delle notti bianche nei quattro venerdì di luglio, un appuntamento dedicato alla forza espressiva della pittura, del segno e del colore. Una mostra non convenzionale, che illustrerà le gestualità tipiche del substrato di artisti che fanno della potenza del gesto il punto di partenza della propria ricerca, metaforicamente diventando animali in caccia come “puma pronti ad aggredire la tela”. Colore con rabbia, questa la traduzione del titolo della mostra, accoglierà nelle sale espositive di Palazzo Pisani, opere di artisti nati dalla strada e non, in una protesta visiva nata a New York negli anni 70 e portata, anche grazie alla lungimiranza della critica d’arte, nei più grandi Musei del mondo. “Un evento che introduce la seconda parte della programmazione 2013 di Palazzo Pisani” afferma l’Assessore alla Cultura Nisticò “che avrà come appuntamento clou il New Generation Festival di ottobre, festival di un mese con arte a 360°, dalla pittura alla musica, dal teatro ai laboratori di grafica digitale, di illustrazione e di fotografia. L’evento, che ha collezionato oltre 8000 visitatori nelle prime due edizioni e oltre 18.000 visualizzazioni web, sarà interamente dedicato ai giovani ma rivolto ad un pubblico di qualsiasi età. Altro grande appuntamento sarà invece dedicato al 50° anniversario della Pop Art Internazionale, in data da definire”. Muri bianchi immacolati, come pareti metalliche, verniciate a fuoco, pronti ad ospitare l’esplosione della genialità di artisti che preferivano l’anonimato e l’assoluta libertà dell’indipendenza creativa. Una protesta, nata a New York negli anni ‘70, di coloro che, proprio nel sottosuolo, trovavano il luogo più adatto per manifestarsi. Smalti acrilici in pennellate rapide, bombolette nascoste pronte a tracciare lo strato psichico di coloro che iniziarono a rendere “confortevoli” quei non luoghi, gesta di “nuovi primitivi” in una società dominata dalla tecnologia sempre più avanzata. Il primo tra loro fu “TAKI 183”, fattorino di Manhattan, che iniziò a lasciare il suo nome d’arte scritto con una bomboletta spray sui vagoni della metropolitana della città, che presto si trasformò in una vera e propria tela itinerante, trasportando i pezzi da un quartiere all’altro, diventando uno strumento di comunicazione. Una sottocultura dalle enormi potenzialità, quella della Street Art,  che venne portata alla luce, per la prima volta, dal sociologo Hugo Martinez che, il 15 settembre 1973, organizzò l’esposizione di un centinaio di writers alla Razor Gallery di New York. Una mostra che segnò la svolta definitiva di tutti quei writers che iniziavano a sentirsi sempre di più “artisti”. Da quel momento inizia l’enorme successo della “Graffiti Art”, anche per merito del gruppo artistico “United Graffiti Artists” creato dallo stesso Martinez, entrando in contatto con il mondo delle gallerie, dei Musei e del mercato dell’arte.  Già nel 1979, infatti, la Galleria La Medusa di Roma ospitò una mostra personale di Quinones. Con il successo dei graffiti nei circuiti tradizionali si perse per molti di loro l’ispirazione stessa, che era data dal rischio dell’azione, dall’adrenalina e dalla spontaneità, difficile da ricreare su tela. Esporre le opere in galleria, in uno spazio chiuso o eseguirle su commissione ne diminuiva il valore agli occhi dei writers e ne annullava i presupposti. Artisti quali Keith Haring e Jean Michel Basquiat, entrambi provenienti dalla strada, si trovano, oggi, esposti nelle più importanti gallerie del mondo, ottenendo un successo di massa, tanto da attirare l’interesse di Andy Warhol. Anche in Italia sta emergendo una nuova generazione di artisti: una generazione disincantata e “aperta”, che ha fatto naturalmente suoi gli elementi della cultura hip-hop americana, di quella neo-situazionista e post-punk europea e di quella del nuovo antagonismo internazionale, ma è anche la più che mai legittima erede della cultura iperpopolare diffusa ovunque nel mondo. Se consideriamo il fenomeno globale della Graffiti Art, dobbiamo constatare che molti dei suoi protagonisti erano persone che si sentivano dei veri e propri militari di bande, pronti alla battaglia urbana per rivendicare la dignità dei diseredati. Per loro, e nostra, fortuna, le armi da combattimento non erano catene o coltelli, ma armi raffinate e totalmente metaforiche: le bombolette spray.

Eventi collaterali:

–       ven. 12 luglio ore 21 Palazzo Pisani “Basquiat”, proiezione del film

–       ven. 19 luglio ore 22 Palazzo Pisani Off, via Roma “En Plein Air 2.0”, live painting performance and dj set, in collaborazione con FullEvent Agency

–       ven. 26 luglio ore 16.00 Palazzo Pisani, piano Nobile “Brucia” apertura della mostra a cura del Circolo fotografico leoniceno

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